Articolo scritto da:
Salvatore Verdoliva
Non sempre la vittima si rende conto di avere a che fare con uno stalker. All’inizio le condotte moleste, tipo le continue telefonate o messaggi, possono essere interpretate come la normale reazione alla fine di una storia d’amore. Ma arriva un giorno in cui tali comportamenti da fisiologici diventano patologici: ed è in quel momento che la vittima deve tutelarsi senza indugio, rivolgendosi ad un avvocato oppure recandosi presso un qualsiasi ufficio delle Forze dell’Ordine per querelare il persecutore.
La nostra esperienza di Studio ci ha portati ad individuare 8 regole che la vittima dovrebbe seguire:
1) non sottovalutare quello che sta succedendo, prendendo consapevolezza di essere vittima di stalking;
2) evitare qualsiasi contatto con lo stalker, non rispondendo ai suoi messaggi o alle sue provocazioni;
3) evitare di incontrarlo da soli ma sempre in presenza di testimoni e/o in luoghi aperti, frequentati da altra gente;
4) appuntare gli episodi di molestie (ricordare data, ora, luogo, fatto, eventuale presenza di testimoni);
5) informare familiari, amici, colleghi di lavoro;
6) conservare tutte le “prove” per dimostrare l’esistenza dello stalking (messaggi testuali, audio, video, foto; registrazione di telefonate o colloqui; eventuali referti del Pronto Soccorso, eccetera);
7) limitare l’uso dei social network per evitare di diffondere informazioni personali; 8) modificare le proprie abitudini di vita (ad esempio, cambiare percorso da casa a lavoro, frequentare altri luoghi o amici).
Ovviamente ogni caso è diverso dall’altro ma seguendo queste poche regole, si possono limitare o addirittura eliminare le conseguenze dannose.